La pancia, cassa di risonanza delle nostre emozioni
Costipazione, stitichezza, colon irritabile, disordini eliminativi e pancia dolente sono spesso disagi causati da tensione emotiva.
L’intestino percepisce le tensioni emotive, le amplifica, le rende riconoscibili, le vive a pieno anche nei casi in cui noi arriviamo solo più tardi a prenderne coscienza.
La pancia sente e reagisce, elabora gli stimoli che i nostri sensi captano e il nostro cervello rimaneggia.
Quando l’intestino manifesta un disturbo vuol dire che sta elaborando un certo conflitto, che sta reagendo a situazioni stressanti o che si sta difendendo da invisibili attacchi. E questo succede perché l’intestino non scompone chimicamente solo il cibo, ma anche i pensieri che ci passano per la testa, gli avvenimenti che ci accadono quotidianamente, le emozioni che proviamo. Lo fa costantemente, senza posa. Questa elaborazione però, a differenza del pensiero, avviene in maniera inconsapevole, ce ne rendiamo conto solo quando l’intestino manifesta segni di sofferenza. È allora che cominciamo a dedicargli attenzione, quando ci accorgiamo che quest’organo non è regolare e ci provoca disturbi. Subito tendiamo a pensare che il malessere sia dovuto al cibo ingerito, ma quando l’intestino fa i capricci, la vera domanda da farsi è: “cosa sta avvenendo dentro di me?”
"HA IL COMPITO DI PURIFICARCI"
L’ intestino ha un’altra valenza simbolica: la defecazione è un rito che ha funzioni purificatorie. L’apparato enterico è un laboratorio in cui avviene la trasformazione della materia in parte “sacra” (assorbita) e in una “profana” (espulsa). In qualità di secondo cervello decide cosa fare anche di ciò che la mente ha “raccolto”: trattenere e scartare, ricordare e dimenticare. Se prevale il trattenere avremo stipsi e pensieri fissi, se prevale il buttare via avremo a livello fisico diarrea e scarsa lucidità a livello mentale.